giovedì 6 dicembre 2012

BARI: IL TORRENTE PICONE E' TORNATO?

Il Quartiere Picone, sviluppatosi nel secolo scorso nei pressi del Policlinico, trae il suo nome dall'omonimo torrente che ha origine sulla Murgia barese, nei pressi di Cassano delle Murge.
Tale torrente ha un percorso non lineare e per molti tratti scorre al di sotto del territorio barese.
Esso termine il suo percorso all'altezza del Porto di Bari.
Orbene, in passato, quando l'urbanizzazione doveva svilupparsi, tutto ero più bello e meno inquinato, il torrente Picone attraversava il quartiere omonimo del capoluogo pugliese.
Oramai, il torrente non è più visibile.
Tuttavia, stamattina, pare che vi sia stato un ritorno al passato. 
Infatti, a seguito delle piogge frequenti, sembra che il nostro torrente sia tornato a scorrere lungo il Viale Orazio Flacco, nei pressi del Policlinico di Bari.
E' proprio il caso di dire: al fine di evitare sanzioni amministrative, evitate di ormeggiare, pardon parcheggiare, la macchina lungo il viale Orazio Flacco

venerdì 23 novembre 2012

Incontro pubblico per parlare di raccolta differenziata ed etica del riuso

Il MoVimento 5 Stelle Bari, domenica 25 novembre alle 10:00, sarà presente in via Re David, 116 per dialogare con la cittadinanza di raccolta differenziata, ambiente, salute ed educazione alle "buone pratiche" di recupero dei rifiuti.

Un evento pubblico per invitare esperti, ambientalisti e persone comuni a discutere della tematica dei rifiuti nei termini di risorsa e non più di problema attraverso la collaudata formula della Strategia Rifiuti Zero.

Non mancare!

evento facebook: https://www.facebook.com/events/343073839124973/

domenica 4 novembre 2012

MEGLIO RISCHIARE CHE DIVENTARE COME QUEL TALE CHE SCRIVE SUL GIORNALE

di Giampiero Milone


La presente indagine intende eccepire e ribattere punto per punto l'articolo comparso su "La Repubblica" del 4/11/2012, firmato da un tale Eugenio Scalfari, laddove si parla del Movimento 5 Stelle qualificandolo con locuzioni a dir poco gratuite.

Procediamo per gradi.

1) "La sera di giovedì scorso Michele Santoro ha dato inizio al suo "Servizio Pubblico" trasmettendo l'attraversamento dello Stretto di Messina del comico leader del populismo e dell'antipolitica dopo due ore di nuoto."

Ebbene, mi chiedo cosa intende per "antipolitica".

Si consideri che la parola "politica" deriva dal greco e significa "amministrazione della città per il bene di tutti".

Dunque, anti-politica dovrebbe rappresentare qualcosa di antitetico rispetto a quanti innanzi osservato.

Ciò considerato, mi chiedo se la diffusione di valori costituzionali come la democrazia partecipata e la diffusione del referendum possono rientrare nella nozione di antipolitica.

Ebbene, il Movimento 5 Stelle intende creare un sistema politico, già contemplato nella carta Costituzionale, laddove ogni cittadino possa rendersi partecipe dei programmi amministrativi.

Ciò è possibile mediante la semplice iscrizione al blog www.beppegrillo.it: nell'apposita area ciascun cittadino può proporre la propria idea affinchè possa diventare un progetto di legge.

POPULISMO

La parola populismo rappresenta il rapporto intercorrente tra un soggetto e le masse popolari.

Se esser parte del popolo significa avere 31 anni ed essere senza lavoro, senza prospettiva di pensione, essere padre di famiglia ma non poter sfamare i propri figli senza l'aiuto dei genitori, allora io sono orgoglioso di essere parte del popolo.

Sarei maggiormente felice di rientrare in tale locuzione se il Movimento del mio leader ha validi propositi di sacrifici per il bene del mio paese.

 Forse, con i risparmi di massa che verranno applicati, avrò una piccola prospettiva di pensione.

2) "Non vuole andare in tv perché sarebbe costretto a confrontarsi e a rispondere a domande e non vuole." 

La forma Costituzionale Repubblicana Italiana ripudia la parola "costrizione"; essa è espressione di anti democrazia.

Il diritto penale punisce il fatto di chi costringe taluno a fare, non fare o dire qualcosa contro la sua volontà (VIOLENZA PRIVATA).

 Orbene, perché non rispettare la posizione di chi non intende metter piede nelle televisioni? Non rientra nell' esercizio della libertà rinunciare ad andare in televisione?

Bisogna rispettare la posizione di Grillo, atteso che la Costituzione Italiana ripudia qualsiasi forma di costrizione.

3) Sulla parte in cui si afferma che il Movimento 5 Stelle non ha un programma nulla aggiungo e vi allego il sottostante link.

http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

E' proprio vero, "meglio rischiare che diventare come quel tale che scrive sul giornale ahi ahi ahi" (Vasco Rossi- Vado al Massimo)

Noi rischieremo votando in massa MoVimento 5 Stelle.

MEGLIO RISCHIARE CHE DIVENTARE COME QUEL TALE CHE SCRIVE SUL GIORNALE

La presente indagine intende eccepire e ribattere punto per punto l'articolo comparso su "La Repubblica" del 4/11/2012, firmato da un tale Eugenio Scalfari, laddove si parla del Movimento 5 Stelle qualificandolo con locuzioni a dir poco gratuite.

Procediamo per gradi.

1) "La sera di giovedì scorso Michele Santoro ha dato inizio al suo "Servizio Pubblico" trasmettendo l'attraversamento dello Stretto di Messina del comico leader del populismo e dell'antipolitica dopo due ore di nuoto."

Ebbene, mi chiedo cosa intende per "antipolitica".

Si consideri che la parola "politica" deriva dal greco e significa "amministrazione della città per il bene di tutti".

Dunque, anti-politica dovrebbe rappresentare qualcosa di antitetico rispetto a quanti innanzi osservato.

Ciò considerato, mi chiedo se la diffusione di valori costituzionali come la democrazia partecipata e la diffusione del referendum possono rientrare nella nozione di antipolitica.

Ebbene, il Movimento 5 Stelle intende creare un sistema politico, già contemplato nella carta Costituzionale, laddove ogni cittadino possa rendersi partecipe dei programmi amministrativi.

Ciò è possibile mediante la semplice iscrizione al blog www.beppegrillo.it: nell'apposita area ciascun cittadino può proporre la propria idea affinchè possa diventare un progetto di legge.

POPULISMO

La parola populismo rappresenta il rapporto intercorrente tra un soggetto e le masse popolari.

Se esser parte del popolo significa avere 31 anni ed essere senza lavoro, senza prospettiva di pensione, essere padre di famiglia ma non poter sfamare i propri figli senza l'aiuto dei genitori, allora io sono orgoglioso di essere parte del popolo.

Sarei maggiormente felice di rientrare in tale locuzione se il Movimento del mio leader ha validi propositi di sacrifici per il bene del mio paese.

 Forse, con i risparmi di massa che verranno applicati, avrò una piccola prospettiva di pensione.

2) "Non vuole andare in tv perché sarebbe costretto a confrontarsi e a rispondere a domande e non vuole." 

La forma Costituzionale Repubblicana Italiana ripudia la parola "costrizione"; essa è espressione di anti democrazia.

Il diritto penale punisce il fatto di chi costringe taluno a fare, non fare o dire qualcosa contro la sua volontà (VIOLENZA PRIVATA).

 Orbene, perché non rispettare la posizione di chi non intende metter piede nelle televisioni? Non rientra nell' esercizio della libertà rinunciare ad andare in televisione?

Bisogna rispettare la posizione di Grillo, atteso che la Costituzione Italiana ripudia qualsiasi forma di costrizione.

3) Sulla parte in cui si afferma che il Movimento 5 Stelle non ha un programma nulla aggiungo e vi allego il sottostante link.

http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

E' proprio vero, "meglio rischiare che diventare come quel tale che scrive sul giornale ahi ahi ahi" (Vasco Rossi- Vado al Massimo)

Noi rischieremo votando in massa MoVimento 5 Stelle.

domenica 28 ottobre 2012

VI PRESENTO LA MENTALITA' A 5 STELLE

di Giampiero Milone

  • ·         Vivere la propria vita con un chiodo fisso: "questo mondo non mi identifica, non posso stare seduto a guardarmi intorno senza far nulla, devo attivarmi".
  • ·         Vivere la propria vita in perfetta simbiosi con i principi di democrazia.
  • ·         Vivere la propria vita riconoscendo e credendo fortemente nella libertà di pensiero, fermandosi dove comincia la libertà altrui;
  • ·         Vivere la propria vita ripudiando qualsiasi forma di clientelismo.
  • ·         Vivere la propria vita disprezzando qualsiasi forma di raccomandazione.
  • ·         Raggiungere i risultati personali  confidando esclusivamente sulle proprie capacità, non contando su "aiuti" esterni;
  • ·         Sentire muoversi lo stomaco di fronte a ciò che appare oggettivamente ingiusto;
  • ·         struggersi e disperarsi  di fronte ad una notizia palesemente ingiusta;
  • ·         il disconoscimento della politica intesa come realizzazione economico-sociale;
  • ·         Fotografare, documentare informare ed informarsi su tutto ciò che accade intorno;
  • ·         WWW.BEPPEGRILLO.IT;
  • ·         Il blog locale;
  • ·         il web, soprattutto, per interagire con i cittadini;

  • ·         il programma del Movimento  5 Stelle;
  • ·         SACRIFICIO

Qualora ti rispecchiassi in tutti i suddetti punti, allora  potrai  qualificarti portatore della mentalità a 5 stelle; di conseguenza,  per te sarà scontato dare fiducia al MOVIMENTO 5 STELLE…..EVVIVA IL MOVIMENTO 5 STELLE! 

mercoledì 19 settembre 2012

AAA RICERCA DI CHIARIMENTI SUL CANONE RAI

Il Regio Decreto Legge 246, del 1938, all'art. 1, così dispone "chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto".
Il canone RAI è riconducibile alla fattispecie dei tributi (imposta), così come dichiarato dalla Corte Costituzionale con sent. 284/2002.
Si ricordi che l' imposta è un tributo che, ai fini dell'applicabilità, presuppone il possesso di un bene.
Nel caso del canone Rai, il presupposto è rappresentato dal possesso di un apparecchio radiotelevisivo.
Tanto è vero che per sottrarsi dal pagamento dell'imposta è necessario far richiesta scritta alla Rai e dichiarare di non voler più possedere l'apparecchio...
Ciò considerato, lo scrivente si pone le seguenti domande:
1) Se il canone Rai ha natura di imposta, per quale ragione si continua a chiamarlo "abbonamento"? (al riguardo si veda );
2) L'abbonamento non presuppone un titolo contrattuale e conseguentemente l'applicazione delle norme in tema di resposabilità e di inadempimento? ;
3) Orbene, l'abbonamento Rai ha natura d'imposta, ma nel nostro ordinamento giurdico non vige la disposizione ex art. 53 Cost. secondo cui tutti devono contribuire alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva? Allora, mi pongo un altro quesito: ma il canone RAI varia in proporzione al reddito di ciascun contribuente o è lo stesso per tutti?
4) Ma allora, vorrei capire, posto che il canone rai ha la natura di imposta, significa che concorre alla spesa pubblica?
Scusatemi, ho le idee molto confuse.
Come dice zio Vasco "forse è meglio lasciare stare, forse è meglio che mi rimetto a dormire" (Vasco- Io non so più cosa fare)
Cordiali Saluti.
Giampiero Milone


Ascolta questo articolo:

lunedì 3 settembre 2012

Il ruolo dei Mass Media nella Società Italiana


di Giampiero Milone

L’indagine intende illustrare gli argomenti sottesi al ruolo dei mass media nella società italiana.

Il tema richiederebbe opportuni approfondimenti, ma lo scrivente s’impegna a fornire delle indicazioni con il suo personalissimo pensiero, avvalendosi del diritto di critica, costituzionalmente garantito.


Orbene, già Vasco nel lontano 1993 (aveva intuito tutto) cantava i riflessi che la televisioni avrebbe comportato sulla psiche umana “Oggi è la TV a dire se, se una cosa è vera o se hai sognato te” (“Non Appari Mai”). Vasco evidenzia come la televisione abbia la capacità di annebbiare la mente fino al punto di lasciarle i meccanismi decisionali.

Quante volte mia nonna (e non solo lei) sostiene “E’ così! L’hanno detto in televisione”.

Ancora, Renzo Arbore associa la televisione alla realizzazione sociale “Nella vita comandi fino a quando hai in mano il telecomando” (“Si la vita è tutta un quiz”). Il quadro non cambia se consideriamo i messaggi della televisione dal punto di vista politico e filosofico, infatti regna sovrana la tecnica dell’uno che parla a molti senza la possibilità che i molti possano contraddirlo.

E’ vero che esistono programmi che consentono la partecipazione del pubblico attraverso le telefonate in diretta o l’invio di e-mail. Tuttavia, anche tale sistema si mostra inefficace ove si consideri che le richieste di partecipazione non possono essere soddisfatte a causa delle esigenze di palinsesto, che impongono ai conduttori di concludere i programmi entro limiti temporali rigidi e definiti.

Ciò malgrado, la televisione potrebbe rivelarsi come uno strumento antidemocratico sia in virtù della tecnica “uno che parla a molti senza che i molti possano esercitare il diritto di replica”, sia nei casi di diffusione di programmi di parte .

Al riguardo, il Giudice Gennaro Francione sostiene che “in nessuna teoria democratica si mette in dubbio il fatto che una delle caratteristiche di una dittatura sia il monopolio dell'informazione" (cito Giovanni Sartori). 

Mussolini aveva capito l'importanza del monopolio dell'informazione per dominare l’Italia. Hitler teorizzò questo sistema in Mein Kampf, un cavallo di battaglia per quelle TV che oggi con messaggi martellanti cercano di imporre alla gente prodotti, avvenimenti, star, sorrisi smaglianti di politici intrallazzatori.…Un sistema intollerabile per un'autentica democrazia. (Gennaro Francione: Intervista pubblicata sul giornale ondine “La Vera Cronaca” Si rimanda al link per l’intera intervista http://www.laveracronaca.com/index.php/interviste/54-sutuazione-dei-mass-media ).

Gli ultimi anni hanno visto la diffusione di un altro strumento, sicuramente più democratico: il WEB. Infatti, la rete lascia la possibilità di replicare alle affermazioni ed ai pensieri altrui mediante il commento, quest'ultimo in pratica, lascerebbe spazio al contraddittorio che invece la televisione con “l’uno che parla a molti” non consente di realizzare.

Vasco conclude la sua canzone con “qui non esistono problemi, qui siamo tutti quanti uguali, qui siamo tutti belli e sani, e non c’è niente da pensare, qui basta solo lavorare e poi guardare la TV magari quello là in fondo sei tu…” (Non appari mai. Vasco Rossi).

No! Non siamo noi quelli là: NOI SIAMO QUELLI CHE DICIAMO NO, SPEGNENDO LA TELEVISIONE E ACCENDENDO LA PASSIONE…E IL LORO CERVELLO!



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martedì 28 agosto 2012

Lavoro nero, storie nere e illusioni perdute


Storia di precariato made in Bari

di Fabio Leli

Quel che vi stiamo per presentare oggi è la vera storia di una ragazza di Bari che racchiude insieme lavoro nero, illusioni di carriera, mobbing sulle donne, violenze psicologiche, vertenze sindacali e pressioni legate alla delinquenza. Per tutelare la giovane donna le garantiremo l’anonimato, ma questo è il suo racconto:

Sara (nome di convenzione ndr.) è una semplice vent’enne, ancora capace di gioire delle piccole cose, di sorridere alla vita ed in grado di sognare a occhi aperti.
Dall’anno della sua maturità si è sempre data da fare per acquisire quelle esperienze lavorative che l’attuale società impone a chiunque per accrescere il proprio curriculum. Ma, sul versante umano, dalla commessa alla centralinista, tali esperienze l’hanno sempre più impoverita che arricchita.

In cerca di una prospettiva lavorativa migliore, a settembre seppe che nel centro di Bari una nota agenzia immobiliare avrebbe assunto una coordinatrice da immettere nel proprio organico e, a tal proposito, fece pervenire il proprio C.V.. Soltanto pochi giorni dopo le proposero un colloquio conoscitivo ed avendo alle spalle una pregressa esperienza lavorativa era la candidata ideale per ricoprire tale incarico. Comunque, prima di assumerla e di regolarizzare la condizione lavorativa “con un contratto a tempo indeterminato” avrebbe dovuto svolgere un periodo di prova della durata di “2 mesi”.

Così iniziava per lei una nuova avventura nel mondo del lavoro con la speranza che fosse diversa dalle altre, un’esperienza in grado di permetterle di realizzare i propri sogni per un futuro più solido. Ma così non fu. Nei primi mesi, pur avendo conseguito gli obiettivi aziendali, non le venne riconosciuto alcun merito, il suo operato veniva puntualmente sminuito, sia dai colleghi, sia dal titolare e, come capro espiatorio, veniva accusata di ogni colpa. Nei mesi successivi, quando la situazione degenerò completamente e il clima raggiunse il massimo grado di tolleranza, la ragazza, tra pianti e singhiozzi, fu costretta a rilasciare le dimissioni.

Al torto subito la ragazza, su consiglio del padre, decise di avviare la pratica per una vertenza sindacale all’ex titolare, unica forma di difesa alla sua inadempienza: la promessa sempre disattesa di un regolare contratto.

A quel punto la vita di Sara ricominciò nella serena routine quotidiana, fino a quando una mattina di Marzo fece comparsa in casa sua uno sconosciuto, un gorilla inviato dal suo ex titolare per obbligare il padre e la figlia a ritirare la vertenza. Impauriti e preoccupati dal pericolo che avrebbe potuto procurare un rifiuto a una richiesta di questo tipo, sotto pressione, si videro costretti a ritirare la denuncia e ad accettare una piccola somma in denaro (500 euro) a garanzia di un silenzio omertoso.

Non c’è ironia, oltre al danno la beffa. E come sempre siamo alle solite. Per gli errori di quelli più forti a pagarne le conseguenze sono sempre i più deboli.

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domenica 19 agosto 2012

Le strisce blu nel Comune di Bari: istruzioni per l'uso

di Giampiero Milone

La presente indagine si è impegnata ad informare i cittadini sulla materia delle strisce blu e degli esborsi che quotidianamente affrontano quando devono parcheggiare il loro autoveicolo nella Città di Bari. 
Nella fattispecie le strisce blu rappresentano delimitazioni di strada entro le quali l'utente può parcheggiare il proprio autoveicolo previo pagamento di un corrispettivo a frazioni d'ore.
Secondo un'analisi giuridica, il rapporto che intercorre tra il Comune e l'utente è riconducibile alla locazione: il Comune ti offre l'area e l'utente parcheggia e paga in quell'area appartenente alla res publica (cosa di tutti).
Orbene, dal punto di vista normativo, la materia è regolata dalle seguenti disposizioni:
• L'art. 7 comma 1, lettera f del codice della strada conferisce ai comuni il potere di "stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta";
• Ai sensi dell'art. 3 c.1 n. 34 per area di parcheggio s' intende " un' area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata (o non) dei veicoli". (art. 3 c. 1 n°34 C.d.S.).
Se da un lato l'ordinamento giuridico conferisce ai comuni il potere di istituire aree di parcheggio a pagamento, dall'altro lato è doveroso ricordare che i principi costituzionali affermano che l'azione amministrativa deve svolgersi con ragionevolezza e proporzionalità.
Si conforma a tali prinicpi la Suprema Corte di Cassazione secondo cui "Sono illegittime per violazione dell'art. 7, comma 8, d.lg. 30 aprile 1992 n. 285 le delibere di giunta comunale e le ordinanze sindacali che, fuori delle zone definite come aree pedonali o a traffico limitato o di quelle definite "A" dall'art. 2 d.m. Lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444, istituiscono parcheggi a pagamento senza che su parte della stessa area o su altra nelle immediate vicinanze siano riservati spazi adeguati destinati alla libera sosta" (Cass. Sez. Un. N. 116/2007).
Da tale considerazione, l'analisi impone di fare chiarezza sulla legittimità delle strisce blu nell'area comunale della città di Bari.
Ci si chiede se le strisce disegnate nel centro "mourattiano" siano conformi ai principi sopra elencati.
La risposta è del tutto negativa, atteso che nelle zone limitrofe non vi sono aree di parcheggio libere o a striscia bianca.
Ne deriva che le sanzioni amministrative comminate dagli agenti accertatori potrebbero essere destituite da ogni fondamento giuridico.
Allora, cari cittadini baresi, ove vorreste proporre opposizione a sanzione amministrativa, lo scrivente vi detta i seguenti consigli:
1) Ricorrete al Giudice di Pace;
2) Richiamate le sentenze che avvalorano le Vostre tesi (la sentenza di cui sopra è il massimo);
3) Allegate le fotografie delle zone, di modo che facciano emergere l'assenza delle strisce bianche nelle immediate vicinanze.
Ricordatevi che il ricorso al Giudice di Pace in opposizione a sanzione amministrativa potrà essere esperito personalmente senza l'assistenza tecnica di un difensore.
In ogni caso, s'invita il Comune di Bari a ripristinare i luoghi secondo i principi costituzionalmente garantiti.
Qualora quanto richiesto fosse "mission impossible", l'invito consiste nel potenziare le linee di trasporto urbano.
Quest'ultima soluzione garantirebbe di respirare area buona e ridurrebbe drasticamente l'emissione di Co2.
In ogni caso, quando il Movimento 5 Stelle amministrerà l'amata città di Bari, sarà obbligo quello di rimuovere le strisce blu in eccedenza e di intensificare il trasporto pubblico urbano.

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giovedì 26 luglio 2012

Bari, operazione "multa" il cassonetto abusivo, iniziativa virale

di Giampiero Milone


L’art. 25 del codice della strada, nel disciplinare l’uso della sede stradale, dispone che “I cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani di qualsiasi tipo e natura devono essere collocati in modo da non arrecare pericolo od intralcio alla circolazione.”
La disposizione in commento, però, deve essere letta ed interpretata alla stregua dell’art. 68 disp. Att. dello stesso codice della strada il quale stabilisce che “I cassonetti per la raccolta anche differenziata dei rifiuti solidi urbani di qualsiasi tipo di cui all'articolo 25, comma 3, del Codice, devono essere collocati in genere fuori della carreggiata in modo, comunque, da non arrecare pericolo o intralcio alla circolazione.
Su ciascuno degli spigoli verticali del cassonetto devono essere apposti pannelli di pellicola rifrangente a strisce bianche e rosse, per una superficie complessiva utile per cassonetto, non inferiore a 3.200 cm quadrati comunque frazionabili (fig. II.479/a). Le pellicole rifrangenti devono possedere i requisiti colorimetrici e fotometrici stabiliti nel disciplinare di cui all'articolo 79, comma 9. Nelle zone urbane, ove coesistono elevati volumi di traffico e fonti di disturbo luminose o alto livello di luminosita' ambientale, le pellicole rifrangenti devono di norma essere della classe 2 di cui all'articolo 79, comma 10. 
Quando, per conformazione del cassonetto e per disposizione delle attrezzature accessorie, la segnaletica di cui al comma 2 non puo' essere applicata, essa puo' essere sostituita con quattro pannelli ridotti, ciascuno di superficie di 20 x 20 cm in modo da realizzare una superficie totale di segnalazione non inferiore a 1.600 cm quadrati (fig. II.479/b). In questa ipotesi, i cassonetti devono essere ubicati in aree riservate destinate a parcheggio fuori della carreggiata o entro la stessa. 
I cassonetti che non siano dotati della segnaletica di cui ai commi 2 e 3 devono essere ubicati in sede propria. 
Ove il cassonetto venga collocato ai margini della carreggiata l'area di ubicazione dello stesso deve essere delimitata con segnaletica orizzontale conforme all'articolo 152, comma 2.”
Al di là delle considerazioni tecniche, come si evince dal video girato dagli attivisti Davide De Lucia e Fabio Leli, nella città di Bari, i cassonetti destinati alla raccolta dei rifiuti sono collocati nei punti più impensabili dal punto di vista della viabilità.
Clamorosi sono i casi di cui al minuto: 1:30 (strisce blu), 2:03 (marciapiede), 2:11-2:21 (angolo della strada, scivolo per disabili e passaggio pedonale) e 2:50 (strisce gialle per diversamente abili).
L’aumento della densità demografica e le imposizioni europee in ordine alla raccolta differenziata rendono necessari un maggior numero di cassonetti lungo le sedi stradali. 
Sotto tale profilo e data la sua struttura a scacchiera, Bari risente maggiormente del problema in oggetto.
Tuttavia, per ovviare a tale problematica, basterebbe introdurre la raccolta differenziata porta a porta.
Essa, oltre a portare giovamento sotto il profilo della viabilità (es: eliminazione dei cassonetti), renderebbe certamente più salutare la qualità della vita di tutti: uomini, donne e stranieri.
Così come l’alchimista trasforma il piombo in oro, perché non trasformiamo il rifiuto in risorsa? Basterebbe imitare altre civiltà europee.
Ma no! Nessuna alchimia. 
Sarà il Movimento 5 Stelle ad introdurre la raccolta differenziata porta a porta, quando l'onda gialla investirà i cuori di tutti gli elettori; quando, come a Parma, il MoVimento 5 Stelle amministrerà l'amata città di Bari, ossia un'amministrazione di cittadini liberati.

Ascolta questo articolo:

mercoledì 25 luglio 2012

Il fantastico mondo del contribuente italiano

di Giampiero Milone


L'indagine offre spunti di riflessione in merito al sistema tributario italiano. 

Ai sensi dell'articolo 53 Cost: "tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." Secondo tale disposizione, in Italia vige la necessità ed il concorso di tutti i cittadini alla spesa pubblica a prescindere dalla contro prestazione di servizi.

Inoltre, dall'art. 53 Cost. si evince che il sistema tributario italiano si basa sulla progressività, consistente in un elemento che caratterizza l'imposta, la cui aliquota aumenta con l'aumentare del reddito. Il sistema della progressività si contrappone al sistema della proporzionalità: in esso, è previsto un'unica aliquota sul reddito complessivo.
L'introduzione del sistema progressivo rappresentò il cambio di tendenza verso la democrazia. Esso avrebbe dovuto garantire maggiore equità in merito al contributo dei cittadini. 

In Italia l'Irpef è la principale imposta vigente e, tra gli altri numerosissimi tributi, è l'imposta che produce maggior gettito. L'Irpef trova la sua disciplina nel TUIR, approvato con DPR 917/1986. Ai sensi dell'art. 6 del suddetto TUIR, ai fini della tassabilità, i redditi posseduti dal soggetto devono rientrare in una delle seguenti categorie:

- reddito fondiario; 
- reddito di capitali;
- reddito di lavoro autonomo;
- reddito di lavoro dipendente;
- reddito di impresa;
- redditi diversi.

L'imposta dovuta si determina secondo il principio della progressività in ragione del seguente schema: 

da 0 a 15.001 ~23%; 
da 15.001 a 28.000 -27%; 
da 28.001 a 55.000 -38%; 
da 55001 a 75000 - 41%; 
oltre 75.000 -41%. 

Ció considerato, lo scrivente si chiede per quali ragioni non s'introducono altri due scaglioni: da 75.001 a 100.000 -48% oltre 100.000 -58%. L'introduzione di codesti scaglioni andrebbe a colpire le fasce di reddito elevatissime. Inoltre, si garantirebbe allo Stato maggiore gettito. 

Ma siamo alle solite: le fasce di reddito più alte non si colpiscono e non so spiegarmi la ragione. Ci vediamo in Parlamento sarà un piacere.

Ascolta questo articolo:

domenica 22 luglio 2012

Sinistra Ecologia e Libertà, una contraddizione nei termini

di Fabio Leli

Il presente articolo si è impegnato nell'analizzare le parole presenti nel Partito di cui Nichi Vendola ne è il leader, Sinistra Ecologia e Libertà (Sel), a partire da una prospettiva di indagine che mostrasse come tali parole non rispecchino affatto il messaggio comunicato.

SINISTRA

Se per Sinistra intendiamo una semplice contrapposizione alla Destra, la differenza  lampante sembrerebbe quella di due schieramenti ben distinti in eterna opposizione. 

Ebbene non è così.

Anche Sel, come tutti i Partiti, gode di quei rimborsi elettorali che nel 1993 gli italiani avevano abrogato con un referendum promosso dai Radicali. Eppure quando, durante la trasmissione di Santoro Servizio Pubblico, fu contestato a Vendola di usufruire di tali rimborsi, con calma serafica, il Governatore pugliese dichiarò, in diretta nazionale, che il suo Partito "non gode di alcun finanziamento pubblico." (minuto 1:16) Una balla che in Rete è stata smentita immediatamente, ma non per quei telespettatori che si sono sorbiti passivamente le parole di Vendola.

ECOLOGIA

Ricordiamo che in Puglia Vendola nominò assessore alla Sanità Alberto Tedesco, "finito nel mirino dei magistrati nell’inchiesta sugli accreditamenti delle cliniche private nel sistema di convenzioni con il pubblico." e assessore all'Ambiente Lorenzo Nicastro che in campagna elettorale si era schierato contro i termovalorizzatori (gli inceneritori ndr.) e favorevolmente alla strategia di rifiuti zero di Paul Connett, ossia a "tendere al cosiddetto rifiuto zero come accade nei paesi anglosassoni [...] trattando il rifiuto per quello che è, un bene una ricchezza", ma una volta eletto ha dichiarato tutt'altro: "sul rifiuto zero, pare che questa formula magica riescano ad ottenerla solo 2 sette Buddiste del Kashmir, io non ne sarei capace, non ho alcuna difficoltà a dirlo. La realizzazione di alcuni termovalorizzatori consentirà alla Regione Puglia la chiusura del ciclo di rifiuti."

In tale analisi, non possiamo dimenticare della campagna elettorale alle regionali del 2010 vinta da Vendola grazie anche ai voti di chi desiderava la ripubblicizzazione dell'AQP in Puglia, una S.p.a. che, ancora oggi, continua a far profitti dall'acqua.

LIBERTA'

L'ultima parola spetta alla libertà di dire e di fare quel che gli pare, anche di cadere in evidenti contraddizioni senza pensare che in Rete esista una memoria storica in grado di smentire immediatamente le sue bugie.

Con il presente video chiunque potrà comprendere le motivazioni che ci spingono a chiamare affettuosamente il Presidente Vendola "lo smemorato di Terlizzi". L'ecologista libero di sinistra prima elogia il recupero dei rifiuti azzardando un parallelismo biblico e successivamente, con orgoglio, sponsorizza la formula dell'inceneritore quale unica possibilità per chiudere il ciclo dei rifiuti in Puglia:

PS: soltanto il MoVimento 5 Stelle è coerente con quello che afferma: rifiuta i rimborsi elettorali, è contro la privatizzazione dell'acqua, è per la per la raccolta differenzia rifiuti zero, cemento zero, spreco zero, emissioni zero, è per la green economy, per l'autoproduzione... E' senza conflitti d'interesse perché il MoVimento 5 Stelle NON è un Partito, non rappresenta una parte, è partecipazione di tutti, a partire da coloro che sono sempre stati esclusi dai processi decisionali e dai mezzi di produzione.
Ascolta questo articolo:

sabato 21 luglio 2012

Il distacco fra popolazione e Stato

di Cesare De Virgilio

Troppo a lungo l’avidità e la scorrettezza della classe dirigente hanno alimentato oltremisura il rancore dei cittadini nei confronti delle istituzioni; questo sentimento, in connubio con la diffidenza quasi istintiva provata dagli italiani verso ogni forma di governo ha contribuito a creare un distacco apparentemente inconciliabile tra quelli che sono gli interessi della popolazione e lo Stato che dovrebbe rappresentarli.
Ma è davvero possibile credere che ciò sia esclusivamente conseguenza degli scandali che hanno coinvolto la Repubblica negli ultimi decenni?

Proverò a fare un passo indietro; Infatti l’origine della nostra mentalità è da ricercarsi nella storia e nella concezione di vita dei nostri avi, che si sono radicare nella nostra cultura : in epoca romana, a fianco di una piccola minoranza aristocratica e nazionalista, il popolo viveva in condizioni disagiate, vessato dai governanti; successivamente con il crollo dell’impero inizia l’epoca delle dominazioni straniere.

Forse l’opinione che l’Italiano medio ha del suo ruolo nella società si è formata durante il Rinascimento,quando la visione Umanista cominciava a mettere al centro del mondo l’individuo e l’unicità, in quel periodo non esisteva una “nazione”, bensì una serie di città stato spesso in conflitto fra loro; questo particolarismo avrà fine solo quando le potenze estere avranno sottomesso (nei secoli a venire) l’Italia …
Presso gli Italiani dunque, parole come “Stato” o “Governo”, suonando come sinonimo di “tirannia”, hanno sempre fatto storcere il naso !
Per tanto non mi stupisco se tutt’oggi i nostri politici mettono gli interessi personali davanti al benessere della comunità e al dovere verso gli elettori.
Da sempre l’uomo (“animale sociale” secondo il filosofo greco Aristotele) ha ricercato la vita in comunità e, ogniqualvolta ottenga un ruolo di responsabilità (che sia un rappresentante di classe, l’incaricato di portare i panini ad un picnic o addirittura un Capo di Stato) si porrà più o meno consciamente la questione se sia meglio “un guadagno personale immediato o un vantaggio per tutti successivo”.
La politica attiva ed il potere costringono ad affrontare le nostre pulsioni più egoistiche ed ancestrali.

Pertanto come potrebbe un giovane ancora intatto nei suoi ideali affacciarsi in un mondo così “sporco”?
Così risposi ad un mio giovane coetaneo che annunciava orgoglioso di “fregarsene della politica” : pessima idea, così facendo presto sarà la politica ad occuparsi di te!”
In effetti essa non è una cosa astratta e lontana,bensì un’esperienza che riguarda ogni cittadino molto più di quanto egli immagini, affiancandolo in ogni situazione di vita sociale ! Non a caso l’etimologia della parola deriva dal Greco antico “società,comunità,casa”.
Si fa “politica” tutti i giorni senza accorgersene : quando si sceglie di andare a lavoro in autobus o con l’auto, quando un commerciante compila uno scontrino equo, quando si condivide con gli altri una propria idea o quando non si denuncia una situazione ingiusta.
Tutti si chiedono cosa faccia la società per loro, ma una giusta domanda da porsi potrebbe essere anche “cosa posso fare IO per contribuire al benessere collettivo, quindi anche al mio?” 

Dicendo questo però non voglio delegittimare quello che è il principio fondamentale della vita : la libertà «l’unico diritto che sento di arrogarmi è di fare solo ciò che ritengo giusto» Paolo Cohelo» 

Non vedo l’ora di poterlo fare per il MoVimento, un’idea che vuole restituire a noi cittadini quello che ci è stato tolto: la possibilità di decidere da noi per il nostro futuro, abbiamo delegato troppo a lungo il nostro futuro, e ce l’hanno rubato ! Ora spetta a noi riprendercelo. Il Movimento cinque stelle ce ne sta dando la possibilità.

Nutro molta fiducia nelle capacità del singolo di discernere ciò che sia giusto da ciò che sia sbagliato, per questo sostengo che si dovrebbe coinvolgere molto di più il popolo nei processi decisionali affinchè ciascuno porti il suo contributo e tutti si responsabilizzino ; presto riusciremo a cambiare la mentalità e convincere tutti dell’idea che il benessere personale corrisponda a quello della società in cui viviamo. 
Il M5S propone un nuovo modello di democrazia diretta e partecipata, gli strumenti ci sono: le assemblee cittadine in stile antica Grecia, i referendum sia propositive che abrogativi, un sistema di votazioni alla svizzera, le proposte di legge popolare,le raccolte firme e soprattutto internet, la rete delle menti e delle idee che ha messo in contatto tutti noi …


Comprendo le ragioni di sfiducia dei giovani nei confronti della politica, troppo distante dai nostri orizzonti quotidiani da non permettere in alcun modo ad alcuno di cambiare veramente le cose o quantomeno di influire sugli eventi, che sembrano esser preda di uomini ed interessi grandi ed oscuri... ma le cose possono cambiare, anzi, DOBBIAMO CAMBIARLE !


«Nessuno vi può dare la libertà, se la desiderate, prendetevela !» Malcom X


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domenica 15 luglio 2012

La Rete non è né razzista, né omofoba

di Fabio Leli


In passato mi sono occupato del Razzismo quale problema eliminabile esclusivamente in Rete: la Rete è Antirazzista. Infatti in tale luogo virtuale, ma reale, l'essere umano non ha colore, non ha religione, non ha sesso, non ha identità, ognuno vale uno e qualsiasi discorso sul diritto di cittadinanza perde di significato nel momento in cui, nella società della partecipazione, il 100 % della popolazione partecipa attivamente sia ai processi decisionali, che ai mezzi di produzione.

Tale intervento torna di attualità grazie all'ultimo articolo pubblicato da Beppe Grillo sul proprio blog. In Nozze Gay il comico genovese dichiara: "Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge." In tali parole possiamo leggerne delle altre ossia che sia i razzisti che gli omofobi non sono altro che persone con problemi di convivenza.

Aldilà di ogni stereotipo, parole come "devianza" e "cura" sono lo strumento di coloro che credono di possedere la verità in mano ed, elevandosi a giudici, a salvatori o a psicologi improvvisati, giudicano l'altro, il diverso, lo straniero
Se esistono principi etici che la società della partecipazione deve perseguire, fra i primi vedrei proprio il "non giudicare" e il "non doversi giustificare".


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martedì 10 luglio 2012

Le alternative agli inceneritori


Inceneritori, perché no.
1 - L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2 - L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3 - Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4 - Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5 - Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6 - Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7 - In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8 - I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Cosa fare con i rifiuti
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1 - Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2 - Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3 - Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4 - Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione
5 - In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6 - La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari

Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.


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