giovedì 26 luglio 2012

Bari, operazione "multa" il cassonetto abusivo, iniziativa virale

di Giampiero Milone


L’art. 25 del codice della strada, nel disciplinare l’uso della sede stradale, dispone che “I cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani di qualsiasi tipo e natura devono essere collocati in modo da non arrecare pericolo od intralcio alla circolazione.”
La disposizione in commento, però, deve essere letta ed interpretata alla stregua dell’art. 68 disp. Att. dello stesso codice della strada il quale stabilisce che “I cassonetti per la raccolta anche differenziata dei rifiuti solidi urbani di qualsiasi tipo di cui all'articolo 25, comma 3, del Codice, devono essere collocati in genere fuori della carreggiata in modo, comunque, da non arrecare pericolo o intralcio alla circolazione.
Su ciascuno degli spigoli verticali del cassonetto devono essere apposti pannelli di pellicola rifrangente a strisce bianche e rosse, per una superficie complessiva utile per cassonetto, non inferiore a 3.200 cm quadrati comunque frazionabili (fig. II.479/a). Le pellicole rifrangenti devono possedere i requisiti colorimetrici e fotometrici stabiliti nel disciplinare di cui all'articolo 79, comma 9. Nelle zone urbane, ove coesistono elevati volumi di traffico e fonti di disturbo luminose o alto livello di luminosita' ambientale, le pellicole rifrangenti devono di norma essere della classe 2 di cui all'articolo 79, comma 10. 
Quando, per conformazione del cassonetto e per disposizione delle attrezzature accessorie, la segnaletica di cui al comma 2 non puo' essere applicata, essa puo' essere sostituita con quattro pannelli ridotti, ciascuno di superficie di 20 x 20 cm in modo da realizzare una superficie totale di segnalazione non inferiore a 1.600 cm quadrati (fig. II.479/b). In questa ipotesi, i cassonetti devono essere ubicati in aree riservate destinate a parcheggio fuori della carreggiata o entro la stessa. 
I cassonetti che non siano dotati della segnaletica di cui ai commi 2 e 3 devono essere ubicati in sede propria. 
Ove il cassonetto venga collocato ai margini della carreggiata l'area di ubicazione dello stesso deve essere delimitata con segnaletica orizzontale conforme all'articolo 152, comma 2.”
Al di là delle considerazioni tecniche, come si evince dal video girato dagli attivisti Davide De Lucia e Fabio Leli, nella città di Bari, i cassonetti destinati alla raccolta dei rifiuti sono collocati nei punti più impensabili dal punto di vista della viabilità.
Clamorosi sono i casi di cui al minuto: 1:30 (strisce blu), 2:03 (marciapiede), 2:11-2:21 (angolo della strada, scivolo per disabili e passaggio pedonale) e 2:50 (strisce gialle per diversamente abili).
L’aumento della densità demografica e le imposizioni europee in ordine alla raccolta differenziata rendono necessari un maggior numero di cassonetti lungo le sedi stradali. 
Sotto tale profilo e data la sua struttura a scacchiera, Bari risente maggiormente del problema in oggetto.
Tuttavia, per ovviare a tale problematica, basterebbe introdurre la raccolta differenziata porta a porta.
Essa, oltre a portare giovamento sotto il profilo della viabilità (es: eliminazione dei cassonetti), renderebbe certamente più salutare la qualità della vita di tutti: uomini, donne e stranieri.
Così come l’alchimista trasforma il piombo in oro, perché non trasformiamo il rifiuto in risorsa? Basterebbe imitare altre civiltà europee.
Ma no! Nessuna alchimia. 
Sarà il Movimento 5 Stelle ad introdurre la raccolta differenziata porta a porta, quando l'onda gialla investirà i cuori di tutti gli elettori; quando, come a Parma, il MoVimento 5 Stelle amministrerà l'amata città di Bari, ossia un'amministrazione di cittadini liberati.

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mercoledì 25 luglio 2012

Il fantastico mondo del contribuente italiano

di Giampiero Milone


L'indagine offre spunti di riflessione in merito al sistema tributario italiano. 

Ai sensi dell'articolo 53 Cost: "tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." Secondo tale disposizione, in Italia vige la necessità ed il concorso di tutti i cittadini alla spesa pubblica a prescindere dalla contro prestazione di servizi.

Inoltre, dall'art. 53 Cost. si evince che il sistema tributario italiano si basa sulla progressività, consistente in un elemento che caratterizza l'imposta, la cui aliquota aumenta con l'aumentare del reddito. Il sistema della progressività si contrappone al sistema della proporzionalità: in esso, è previsto un'unica aliquota sul reddito complessivo.
L'introduzione del sistema progressivo rappresentò il cambio di tendenza verso la democrazia. Esso avrebbe dovuto garantire maggiore equità in merito al contributo dei cittadini. 

In Italia l'Irpef è la principale imposta vigente e, tra gli altri numerosissimi tributi, è l'imposta che produce maggior gettito. L'Irpef trova la sua disciplina nel TUIR, approvato con DPR 917/1986. Ai sensi dell'art. 6 del suddetto TUIR, ai fini della tassabilità, i redditi posseduti dal soggetto devono rientrare in una delle seguenti categorie:

- reddito fondiario; 
- reddito di capitali;
- reddito di lavoro autonomo;
- reddito di lavoro dipendente;
- reddito di impresa;
- redditi diversi.

L'imposta dovuta si determina secondo il principio della progressività in ragione del seguente schema: 

da 0 a 15.001 ~23%; 
da 15.001 a 28.000 -27%; 
da 28.001 a 55.000 -38%; 
da 55001 a 75000 - 41%; 
oltre 75.000 -41%. 

Ció considerato, lo scrivente si chiede per quali ragioni non s'introducono altri due scaglioni: da 75.001 a 100.000 -48% oltre 100.000 -58%. L'introduzione di codesti scaglioni andrebbe a colpire le fasce di reddito elevatissime. Inoltre, si garantirebbe allo Stato maggiore gettito. 

Ma siamo alle solite: le fasce di reddito più alte non si colpiscono e non so spiegarmi la ragione. Ci vediamo in Parlamento sarà un piacere.

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domenica 22 luglio 2012

Sinistra Ecologia e Libertà, una contraddizione nei termini

di Fabio Leli

Il presente articolo si è impegnato nell'analizzare le parole presenti nel Partito di cui Nichi Vendola ne è il leader, Sinistra Ecologia e Libertà (Sel), a partire da una prospettiva di indagine che mostrasse come tali parole non rispecchino affatto il messaggio comunicato.

SINISTRA

Se per Sinistra intendiamo una semplice contrapposizione alla Destra, la differenza  lampante sembrerebbe quella di due schieramenti ben distinti in eterna opposizione. 

Ebbene non è così.

Anche Sel, come tutti i Partiti, gode di quei rimborsi elettorali che nel 1993 gli italiani avevano abrogato con un referendum promosso dai Radicali. Eppure quando, durante la trasmissione di Santoro Servizio Pubblico, fu contestato a Vendola di usufruire di tali rimborsi, con calma serafica, il Governatore pugliese dichiarò, in diretta nazionale, che il suo Partito "non gode di alcun finanziamento pubblico." (minuto 1:16) Una balla che in Rete è stata smentita immediatamente, ma non per quei telespettatori che si sono sorbiti passivamente le parole di Vendola.

ECOLOGIA

Ricordiamo che in Puglia Vendola nominò assessore alla Sanità Alberto Tedesco, "finito nel mirino dei magistrati nell’inchiesta sugli accreditamenti delle cliniche private nel sistema di convenzioni con il pubblico." e assessore all'Ambiente Lorenzo Nicastro che in campagna elettorale si era schierato contro i termovalorizzatori (gli inceneritori ndr.) e favorevolmente alla strategia di rifiuti zero di Paul Connett, ossia a "tendere al cosiddetto rifiuto zero come accade nei paesi anglosassoni [...] trattando il rifiuto per quello che è, un bene una ricchezza", ma una volta eletto ha dichiarato tutt'altro: "sul rifiuto zero, pare che questa formula magica riescano ad ottenerla solo 2 sette Buddiste del Kashmir, io non ne sarei capace, non ho alcuna difficoltà a dirlo. La realizzazione di alcuni termovalorizzatori consentirà alla Regione Puglia la chiusura del ciclo di rifiuti."

In tale analisi, non possiamo dimenticare della campagna elettorale alle regionali del 2010 vinta da Vendola grazie anche ai voti di chi desiderava la ripubblicizzazione dell'AQP in Puglia, una S.p.a. che, ancora oggi, continua a far profitti dall'acqua.

LIBERTA'

L'ultima parola spetta alla libertà di dire e di fare quel che gli pare, anche di cadere in evidenti contraddizioni senza pensare che in Rete esista una memoria storica in grado di smentire immediatamente le sue bugie.

Con il presente video chiunque potrà comprendere le motivazioni che ci spingono a chiamare affettuosamente il Presidente Vendola "lo smemorato di Terlizzi". L'ecologista libero di sinistra prima elogia il recupero dei rifiuti azzardando un parallelismo biblico e successivamente, con orgoglio, sponsorizza la formula dell'inceneritore quale unica possibilità per chiudere il ciclo dei rifiuti in Puglia:

PS: soltanto il MoVimento 5 Stelle è coerente con quello che afferma: rifiuta i rimborsi elettorali, è contro la privatizzazione dell'acqua, è per la per la raccolta differenzia rifiuti zero, cemento zero, spreco zero, emissioni zero, è per la green economy, per l'autoproduzione... E' senza conflitti d'interesse perché il MoVimento 5 Stelle NON è un Partito, non rappresenta una parte, è partecipazione di tutti, a partire da coloro che sono sempre stati esclusi dai processi decisionali e dai mezzi di produzione.
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sabato 21 luglio 2012

Il distacco fra popolazione e Stato

di Cesare De Virgilio

Troppo a lungo l’avidità e la scorrettezza della classe dirigente hanno alimentato oltremisura il rancore dei cittadini nei confronti delle istituzioni; questo sentimento, in connubio con la diffidenza quasi istintiva provata dagli italiani verso ogni forma di governo ha contribuito a creare un distacco apparentemente inconciliabile tra quelli che sono gli interessi della popolazione e lo Stato che dovrebbe rappresentarli.
Ma è davvero possibile credere che ciò sia esclusivamente conseguenza degli scandali che hanno coinvolto la Repubblica negli ultimi decenni?

Proverò a fare un passo indietro; Infatti l’origine della nostra mentalità è da ricercarsi nella storia e nella concezione di vita dei nostri avi, che si sono radicare nella nostra cultura : in epoca romana, a fianco di una piccola minoranza aristocratica e nazionalista, il popolo viveva in condizioni disagiate, vessato dai governanti; successivamente con il crollo dell’impero inizia l’epoca delle dominazioni straniere.

Forse l’opinione che l’Italiano medio ha del suo ruolo nella società si è formata durante il Rinascimento,quando la visione Umanista cominciava a mettere al centro del mondo l’individuo e l’unicità, in quel periodo non esisteva una “nazione”, bensì una serie di città stato spesso in conflitto fra loro; questo particolarismo avrà fine solo quando le potenze estere avranno sottomesso (nei secoli a venire) l’Italia …
Presso gli Italiani dunque, parole come “Stato” o “Governo”, suonando come sinonimo di “tirannia”, hanno sempre fatto storcere il naso !
Per tanto non mi stupisco se tutt’oggi i nostri politici mettono gli interessi personali davanti al benessere della comunità e al dovere verso gli elettori.
Da sempre l’uomo (“animale sociale” secondo il filosofo greco Aristotele) ha ricercato la vita in comunità e, ogniqualvolta ottenga un ruolo di responsabilità (che sia un rappresentante di classe, l’incaricato di portare i panini ad un picnic o addirittura un Capo di Stato) si porrà più o meno consciamente la questione se sia meglio “un guadagno personale immediato o un vantaggio per tutti successivo”.
La politica attiva ed il potere costringono ad affrontare le nostre pulsioni più egoistiche ed ancestrali.

Pertanto come potrebbe un giovane ancora intatto nei suoi ideali affacciarsi in un mondo così “sporco”?
Così risposi ad un mio giovane coetaneo che annunciava orgoglioso di “fregarsene della politica” : pessima idea, così facendo presto sarà la politica ad occuparsi di te!”
In effetti essa non è una cosa astratta e lontana,bensì un’esperienza che riguarda ogni cittadino molto più di quanto egli immagini, affiancandolo in ogni situazione di vita sociale ! Non a caso l’etimologia della parola deriva dal Greco antico “società,comunità,casa”.
Si fa “politica” tutti i giorni senza accorgersene : quando si sceglie di andare a lavoro in autobus o con l’auto, quando un commerciante compila uno scontrino equo, quando si condivide con gli altri una propria idea o quando non si denuncia una situazione ingiusta.
Tutti si chiedono cosa faccia la società per loro, ma una giusta domanda da porsi potrebbe essere anche “cosa posso fare IO per contribuire al benessere collettivo, quindi anche al mio?” 

Dicendo questo però non voglio delegittimare quello che è il principio fondamentale della vita : la libertà «l’unico diritto che sento di arrogarmi è di fare solo ciò che ritengo giusto» Paolo Cohelo» 

Non vedo l’ora di poterlo fare per il MoVimento, un’idea che vuole restituire a noi cittadini quello che ci è stato tolto: la possibilità di decidere da noi per il nostro futuro, abbiamo delegato troppo a lungo il nostro futuro, e ce l’hanno rubato ! Ora spetta a noi riprendercelo. Il Movimento cinque stelle ce ne sta dando la possibilità.

Nutro molta fiducia nelle capacità del singolo di discernere ciò che sia giusto da ciò che sia sbagliato, per questo sostengo che si dovrebbe coinvolgere molto di più il popolo nei processi decisionali affinchè ciascuno porti il suo contributo e tutti si responsabilizzino ; presto riusciremo a cambiare la mentalità e convincere tutti dell’idea che il benessere personale corrisponda a quello della società in cui viviamo. 
Il M5S propone un nuovo modello di democrazia diretta e partecipata, gli strumenti ci sono: le assemblee cittadine in stile antica Grecia, i referendum sia propositive che abrogativi, un sistema di votazioni alla svizzera, le proposte di legge popolare,le raccolte firme e soprattutto internet, la rete delle menti e delle idee che ha messo in contatto tutti noi …


Comprendo le ragioni di sfiducia dei giovani nei confronti della politica, troppo distante dai nostri orizzonti quotidiani da non permettere in alcun modo ad alcuno di cambiare veramente le cose o quantomeno di influire sugli eventi, che sembrano esser preda di uomini ed interessi grandi ed oscuri... ma le cose possono cambiare, anzi, DOBBIAMO CAMBIARLE !


«Nessuno vi può dare la libertà, se la desiderate, prendetevela !» Malcom X


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domenica 15 luglio 2012

La Rete non è né razzista, né omofoba

di Fabio Leli


In passato mi sono occupato del Razzismo quale problema eliminabile esclusivamente in Rete: la Rete è Antirazzista. Infatti in tale luogo virtuale, ma reale, l'essere umano non ha colore, non ha religione, non ha sesso, non ha identità, ognuno vale uno e qualsiasi discorso sul diritto di cittadinanza perde di significato nel momento in cui, nella società della partecipazione, il 100 % della popolazione partecipa attivamente sia ai processi decisionali, che ai mezzi di produzione.

Tale intervento torna di attualità grazie all'ultimo articolo pubblicato da Beppe Grillo sul proprio blog. In Nozze Gay il comico genovese dichiara: "Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge." In tali parole possiamo leggerne delle altre ossia che sia i razzisti che gli omofobi non sono altro che persone con problemi di convivenza.

Aldilà di ogni stereotipo, parole come "devianza" e "cura" sono lo strumento di coloro che credono di possedere la verità in mano ed, elevandosi a giudici, a salvatori o a psicologi improvvisati, giudicano l'altro, il diverso, lo straniero
Se esistono principi etici che la società della partecipazione deve perseguire, fra i primi vedrei proprio il "non giudicare" e il "non doversi giustificare".


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martedì 10 luglio 2012

Le alternative agli inceneritori


Inceneritori, perché no.
1 - L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2 - L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3 - Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4 - Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5 - Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6 - Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7 - In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8 - I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Cosa fare con i rifiuti
.
1 - Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2 - Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3 - Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4 - Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione
5 - In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6 - La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari

Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.


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lunedì 9 luglio 2012

L' acqua è un bene prezioso, non sprechiamolo!

di Giampiero Milone

Anche stamattina, come ogni mattina, ho praticato la mia oretta di jogging; anche stamattina, come ogni mattina, ho visto gli sprechi d'acqua.
Ragazzini che si avvicinavano alle fontanine pubbliche per giocare con l'acqua; adulti che non chiudevano i rubinetti.

Domenica scorsa, come ogni domenica estiva, sono andato al mare in un lido.
Anche lì, i miei occhi hanno visto ragazzini intorno alle fontane giocare con l'acqua; adulti che lasciavano i rubinetti delle docce aperti.

Ma vi pare giusto sprecare un bene così prezioso? Quando un peccato veniale, come quelli sopra descritti, diventa la normalità, iniziano i guai.

Se come me ritenete che l'acqua sia un bene più prezioso del petrolio, diffondete la cultura del non spreco.

A tutti gli altri, invece, Vi prego di porre in essere questi piccoli accorgimenti:

CHIUDETE I RUBINETTI quando...

... vi fate la doccia, mentre vi insaponate;
... vi lavate i capelli, mentre massaggiate la testolina con lo shampoo;
... vi lavate i denti, mentre utilizzate lo spazzolino;
... lavate le stoviglie, mentre le sgrassate;
... riempite le bottiglie, mentre le state tappando.

SE OSSERVERETE QUESTE PICCOLE REGOLETTE...

... risparmierete sulla bolletta;
... farete risparmiare la P.A. (cioè tutti quanti noi ) qualora utilizziate fonti pubbliche;
... NON SPRECHERETE UN BENE VITALE E FONDAMENTALE PER LA NOSTRA
ESISTENZA!

Grazie di cuore.

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sabato 7 luglio 2012

IL CANILE-LAGER DI GIOIA DEL COLLE


La situazione del canile di Gioia del Colle (anzi del POLLAME) è davvero TRAGICA.

Il canile contiene più di 600 cani, un numero davvero consistente e multiplo rispetto ai posti prestabiliti. Per aiutare i nostri amici a 4 zampe, il Comune versa mensilmente una cifra irrisoria rispetto a quella mediamente devoluta dagli altri paesi; i soldi sono insufficienti per ricoprire spese che vanno dal cibo, all'assistenza sanitaria dei veterinari, all'acquisto di nuove cucce o lavori di manutenzione. In Inverno o quando piove (vedi foto) tanti cani prendono acqua e freddo, ammalandosi per la MANCANZA DI GABBIE ADEGUATE PRIVE DI TETTOIE. La brecciolina diventa un pantano..i cani si ricoprono di melma limitandosi a camminare e tutte le gabbie diventano completamente allagate!


Pensate ora all'estate, con tutto questo caldo e con temperature che sfiorano i 40°...questi cani SOPRAVVIVONO senza un briciolo di ombra sotto il sole COCENTE e in più per mancanza di ciotole o secchi,  l'acqua non è sufficiente per tutti i cani, anche perchè ogni gabbia contiene un certo numero consistente di animali che per combattere l'afa immergono completamente le loro zampe e il muso all'interno dei secchi pieni d'acqua, sprecandola subito ed esaurendo le loro scorte.


Esistono due canili all'interno della stessa zona, il primo è quello che si trova all'ingresso, alcune gabbie sono spaziose, con tettoie e a norma (tranne quelle poste verso l'esterno); mentre il secondo canile (ovvero quello vecchio) si trova in condizioni PESSIME! Potete trovare di tutto..AMIANTO, porte fatte con LE RETI DI LETTI, CUCCE IMPROVVISATE, ASSENZA DI TETTOIE, GABBIE BUCATE E STRETTE, CRATERI GIGANTESCHI DOVUTA ALLA BRECCIOLINA CHE NON RIESCE A DRENARE BENE QUANDO PIOVE.....

I fondi sono insufficienti anche per sterilizzarli e di conseguenza ogni mese arrivano nuovi cuccioli impossibili da sistemare comportando altre spese! Anche i volontari sono insufficienti per assistere e badare i cani, in tutto ce ne sono quattro tra cui una signora di 75 anni.

Come mai dopo 15 anni di segnalazioni e di proteste il COMUNE, le varie GIUNTE, I VARI SINDACI, non hanno mai fatto nulla??


Come mai il canile vecchio di circa 20 anni non ha mai subito lavori di BONIFICA E DI MANUTENZIONE??

"La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi). 


Giuseppe Aquilino

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martedì 3 luglio 2012

Bari, fra discariche a cielo aperto e puzza, non è tutto oro quel che luccica



di Giampiero Milone



I proverbi non sbagliano mai: "Non è oro tutto quel che luccica". Per confermare tale detto è sufficiente recarsi a Bari per le strade del quartiere Poggiofranco tra Via Madre Teresa di Calcutta e via T. D' Aquino.

Orbene, per chi non lo sapesse, Poggiofranco è tra i quartieri più "residenziali" di Bari, il quartiere dove da ultima si sta diffondendo la movida notturna con l'apertura di numerosi locali e ristoranti presso la nuova "piazzetta".
Tuttavia, basta spostarsi di qualche centinaia di metri, dalla zona sopra elencata, per comprendere che, nella città di Bari, la pulizia e la qualità dell'aria che si respira non è del tutto salutare per i baresi.
E' intollerabile che in una Città dove si dovrebbe svolgere la raccolta differenziata (così come previsto nel programma elettorale del Sindaco in carica) si possano "ammirare" discariche a cielo aperto con buste, bottiglie in plastica, televisori, mobili e chi più ne ha più ne metta. 

La lista dei quartieri, dove possiamo notare simili disfunzioni, aumenta ove si consideri che tali situazioni di discariche organiche le possimamo trovare anche in altri quartieri: San Pasquale (Via Postiglione, Via Dei Mille e Via Cirillo); e Libertà; sul Lungomare tra Palese -Santo Spirito, altro che odore di mare...

Allora, da libero cittadino, mi sorge spontaneo un quesito: "Ma cosa c'è che non va?"
Da cittadino innammorato della città di Bari, il mio augurio è che da un lato, chi di dovere provveda al più presto a riportare a livelli di tollerabilità la situazione sopra descritta; dall'altro lato, un piccolo rimprovero ai cari baresi: "Per cortesia, comprate palette ecologiche per cani."
Tuttavia, mi chiedo: "Pagando la Tarsu (tassa immondizia o dell'immondizia, come dir si vuole) ho diritto a camminare per le strade della mia città con la possibilità di respirare aria NON FETENTE e di camminare senza dover competere virtualmente con il noto sciatore Alberto Tomba?"
Da ultimo, però, oltre al "zig zagare" si sono aggiunte due nuove attività: il salto in lungo e la respirazione "sub aria" (in antitesi con la sub acquea). 

A proposito, per quel che mi riguarda ho stabilito un nuovo record: ho camminato senza respirare (maglia al naso ndr.) per 5 metri con saltello finale di un ostacolo alto 15 cm e lungo 50 cm. Eh già! l'attività deve svolgersi con una magliettina che stringe le narici... altrimenti sei squalificato dalla partita! 
Ma no! Le competizioni sportive lasciamole a chi di dovere. Io voglio semplicemente raggiungere il mio posto di lavoro respirando aria pulita, camminando regolarmente senza dover "zig zagare" o saltellare.

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lunedì 2 luglio 2012

L’Italia ha perso, la festa è finita e adesso inizia il “gioco”

di Fabio Leli

L’Italia del calcio ha perso e per gli italiani è finita la festa, ossia è terminata la pausa dalla routine quotidiana. Adesso possono tornare a lavorare, a studiare, a produrre e a consumare. Cioè è possibile tornare alla normalità.

In tal senso, la presente analisi si è impegnata nell’osservare come la “festa” sia funzionale alla riproduzione dell’attuale forma sociale, quale strumento adatto alla costruzione della “normalità”, e di come invece sia possibile uscire da un sistema che divide il tempo semplicemente fra tempo di lavoro e tempo di non-lavoro (il tempo libero).

La festa è il luogo del rafforzamento del potere in quanto amministra il piacere in relazione all’organizzazione dei rapporti di produzione funzionali al consumismo di massa, ossia al consumo della morte
**. La festa diviene il luogo della trasgressione e della disobbedienza nei termini di evasione dalla produttività, ma essa è invece funzionale al consumismo perché insinua nel soggetto il desiderio del divertimento quale illusione di libertà.

Quindi, alla “festa” strumentale alla riproduzione sociale occorre privilegiare il “gioco” perché l’essere umano, in quanto animale sintattico, ossia dotato di linguaggio, è l’unico in grado di modellare il linguaggio, servendosi di pochi pezzi che possano essere messi insieme, in un numero infinito di modi, dando luogo a un numero indefinito di modelli di vita diversi.

Un importantissimo contributo lo ha fornito Thomas Sebeok ne Il gioco del fantasticare in quanto, sottolineando la peculiarità del linguaggio umano, ha sostenuto che gli esseri umani sono gli unici in grado di realizzare oltre alla loro realtà, come fanno gli animali, un numero infinito di mondi possibili, che si manifesta nella forma più creativa della realizzazione artistica. Le lingue stesse sono il risultato storico di “questo gioco del fantasticare”, del ricomporre; esse sono fondate sulla capacità di linguaggio e testimoniano ciascuna della sua capacità di costruzione di più mondi.

In tal senso, alla festa funzionale legata alla riproduzione dell’identico, che divide il tempo fra tempo di lavoro e tempo libero, il tempo autentico è quello liberato, cioè il tempo del “gioco”, il tempo disponibile per l’Altro, il tempo della dissidenza e della revisione dei luoghi comuni del discorso.


 ** “La morte è presa, nel discorso festivo (vedi 5.), come funzione conduttrice e regolatrice delle strutture, come ciò che fonda i rapporti di produzione e garantisce la stabilità delle omologie, e, nel discorso istituzionale, come condizione di un sacrario eterno del sapere, ovvero dell'ordine stabilito. La coppia "mondana" vita-morte, che instaura un sapere umano come armonico, è il sostegno principale di ogni cosmologia (L'Io e l'Es). Il potere del discorso si fonda sul funzionamento della morte: i regimi ne lasciano le impronte. Così, la ripartizione delle competenze prosegue e rafforza, occultandolo, il potere, la cui violenza si avvale dell'anonimato della legge. L'essere-per-la-morte costituisce l'imperativo stesso della verità segregativa.” A Verdiglione, Il godimento della materia, 1975, p. 109

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domenica 1 luglio 2012

Decrescita Felice, il vincente paradigma culturale

di Fabio Leli


La revisione dei parametri che definiscono la “crescita” di una società industriale, come quella occidentale, è ciò che il movimento per la Decrescita Felice sta perorando da più di dieci anni. Decrescita è una bellissima parola nei termini di estirpazione di un male, decrescita di una piaga che affligge la società.

Fra i principali segnali che oggigiorno ci costringono ad un doveroso cambiamento nei termini di crescita ci sono: l'esaurimento delle fonti fossili, le guerre per averne il controllo, i cambiamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai, l'aumento dei rifiuti, le devastazioni ambientali e l'inquinamento atmosferico. 

Al Prodotto Interno Lordo (PIL), che gli economisti, i politici, gli industriali, i sindacalisti e i mass media continuano a porre in essere il senso stesso dell'intera attività produttiva, il Movimento per la Decrescita Felice ha invece introdotto il Benessere Interno Lordo (BIL), ossia una crescita fondata non sulla produzione e consumo delle merci, ma sui criteri di benessere individuale, sulla condizione di vita materiale, sulla salute, sull'istruzione, sull'attività personale, sulla partecipazione alla vita politica, sul rapporto sociale con l'altro, sull'ambiente e sull'insicurezza economica e fisica.

In un mondo finito, ossia con risorse finite, una crescita infinita è praticamente impossibile.


In tal senso, la tecnologia non deve essere un'esclusiva ad appannaggio del mondo industriale e dell'attuale società dei consumi. La tecnologia deve essere uno strumento per liberare gli uomini e le donne dall'alienazione che l'attuale forma sociale persegue ogni giorno, ossia di essere schiavi dei consumi e di un lavoro astratto che nulla realmente produce.


In una società di lavoro senza lavoratori, laddove sia la Crisi che la disoccupazione sono strutturali, come può il denaro indicare il punto nodale della ricchezza generale di ognuno? Secondo l'ideale della Decrescita Felice e del MoVimento 5 Stelle, l'unica ed autentica ricchezza sociale risiede nell'intelligenza umana.


Ecco che una nuova forma di pensiero è possibile. Un sapere che diviene sia sapere critico che saper fare.


Quindi, nell'ottica di una Decrescita felice, l'unica fonte di progresso che realmente deve maturare è l'intelligenza umana; un'intelligenza collettiva, di Rete, di cittadini v. 2.0, di persone informate affinché ciascuno si possa sentire promotore del cambiamento della propria ed altrui condizione di vita.

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